F1 | GP Messico 2021: analisi gara

Apoteosi Red Bull, Hamilton non può nulla contro la RB16B di Verstappen. Partenza momento decisivo. Ferrari terza nel mondiale, Gasly super

Dennis Ciracì
09/11/2021
Sport
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Max Verstappen ha vinto il gran premio di Città del Messico che si è disputato nella tarda serata di domenica all'Autodromo Hermanos Rodríguez, sede del diciottesimo appuntamento iridato dell'annata in corso in corso. L'olandese ha colto il terzo successo in carriera sulla pista messicana, il nono stagionale. Il pilota della Red Bull ha costruito la vittoria di tappa con una partenza magistrale, grazie anche alla complicità della Mercedes. Bottas scattava dalla pole position davanti al suo compagno di squadra Hamilton. Allo spegnimento dei cinque semafori, il sette volte campione del mondo mondo ha uno spunto migliore della vettura gemella e la affianca alla sua destra. Qui arriva l'errore di posizione decisivo: il finlandese si sposta verso destra cercando di difendersi più dal compagno di box che dal leader del mondiale e così lascia aperta la porta alla sinistra nella quale Max ci si infila senza indugi dopo aver preso la scia. Al cartello dei 150 metri dalla curva 1, i tre sono appaiati ma il ventiquattrenne di Hasselt sfrutta la traiettoria ottimale nella quale la pista è gommata per frenare metri dopo rispetto alle Mercedes sopravanzandole ambedue all'esterno in ingresso della prima curva. I due piloti del costruttore tedesco, invece, si trovano all'interno sulla zona sporca dell'asfalto e conseguentemente devono anticipare il punto di staccata avendo meno grip meccanico. Verstappen è stato freddo e opportunista ma va anche detto che se Bottas avesse mantenuto la sua traiettoria, il varco a sinistra non si sarebbe creato e a destra non c'era spazio per sorpassare data la presenza di Hamilton e anche di Perez. Per il finlandese, delle serie piove sul bagnato, la sua gara è stata rovinata dallo speronamento di Ricciardo, che lo ha colpito nel posteriore dal lato destro mandandolo in testacoda. L'australiano ha rotto l'alettone anteriore nell'incidente alla curva 1 e così sia il pilota della Mercedes sia il pilota della McLaren sono sprofondati in fondo alla classifica restandoci sino alla bandiera a scacchi. La prima guida della Red Bull ha preso la testa della corsa ed ha subito imposto un passo gara irraggiungibile con le mescole medie. Nel primo stint, che è durato sino al pit stop del ventinovesimo giro, i suoi crono sono stati i seguenti: . Nell'arco di questi giri, Hamilton ha accusato un distacco dal rivale di 12.3 secondi, il che significa che ad ogni tornata ha perso circa 350 millesimi dal leader della gara. Con un delta prestazionale così ampio, anche la strategia di gara non è più stato un fattore determinante, dato che un eventuale undercut o overcut non avrebbe avuto alcun tipo di esito. Nel secondo long run con gli pneumatici duri, Max ha amministrato il ritmo, concentrandosi maggiormente sulla gestione delle gomme per evitare degrado o surriscaldamento all'asse posteriore, con qualche acuto sotto l'1:20: . Dato il gap dal battistrada della corsa, Hamilton si è dovuto concentrare maggiormente sul mantenere la seconda posizione, data la strategia differente che la Red Bull ha adottato con Perez. Il messicano ha completato un run iniziale con gomme medie di ben 41 giri, per poi effettuare il pit stop passando alle specifiche hard e tentare la rimonta sulla Mercedes del campione del mondo in carica. Rientrato in pista con una disavanzo di 17.6 secondi dal pluri iridato, Checo ha iniziato una progressione cronometrica che nel finale della gara lo ha portato a ridosso di Lewis. Questi sono stati i tempi sul giro di Sergio dal 41° al 67° giro: . Nelle battute conclusive del gran premio, Perez ha potuto usufruire del DRS per avvicinarsi a Hamilton ma, data la velocità di punta della W12 E Performance sui rettilinei, non è riuscito ad attaccarlo, chiudendo in terza posizione alle spalle dei due contendenti al titolo. Oltre alla sfida mondiale in ambedue le classifiche iridate, di grande interesse è stata la battaglia a centro gruppo con Gasly che è riuscito a battere ambedue le Ferrari chiudendo in quarta posizione davanti a Leclerc e Sainz, rispettivamente quinto e sesto al traguardo. Il transalpino dell'AlphaTauri ha centrato il miglior risultato dal gran premio d'Olanda, dove anche in quell'occasione giunse quarto. Il francese sta disputando la sua miglior stagione in carriera, dimostrando di essere un pilota veloce in ogni circostanza: giro veloce in qualifica, come dimostrano gli undici piazzamenti stagionali tra i primi sei, ritmo gara, gestione degli pneumatici e soprattutto poco incline agli errori. Oltre alle guida del campione GP2 2016, va esaltata in egual misura la competitività della vettura della Scuderia di Faenza sulla pista messicana. La monoposto faentina è dotata di un'ottima efficienza aerodinamica all'avanzamento, avendo bassa resistenza aerodinamica all'avanzamento, fattore estremizzato dall'aria più rarefatta che consente una maggior penetrazione della vettura nell'aria stessa, e generando allo stesso tempo un buon carico verticale nelle curve. Inoltre le dimensioni maggiorate del turbocompressore Honda hanno aiutato ulteriormente le vetture spinte dalla Power Unit nipponico. L'insieme di questi fattori, ha portato il costruttore di faentino a centrare la quarta posizione con un ritmo migliore rispetto a quello della Scuderia di Maranello. Leclerc ha perso ritmo una volta montati i pneumatici duri, perdendo terreno da Gasly ad ogni passaggio nel secondo run della corsa. Sainz, se pur fosse più veloce del compagno di squadra con la stessa tipologia di mescola, non aveva un passo all'altezza della vettura faentina. Con le gomme dure, la SF21 ha avuto problemi di usura accentuata, mancanza di grip meccanico e instabilità al retrotreno. Nonostante non sia stata una gara brillante per il Cavallino Rampante, il risultato finale è comunque ottimo dato che la McLaren ha conquistato un solo punto grazie al decimo posto di Norris. Ricciardo, invece, ha gettato tutto alle ortiche con l'errore alla curva 1 in partenza nel quale ha speronato Bottas rompendo l'alettone anteriore. La Ferrari ora è terza nella classifica del mondiale costruttori con tredici lunghezze di vantaggio sulla rivale di Woking. Sussulto dell'Aston Martin grazie a Vettel, settimo. Col tedesco, la AMR21 ha mostrato quanto di buono aveva fatto vedere nelle simulazioni del passo gara nella seconda sessione di prove libere. Il tetra campione del mondo ha preceduto sul traguardo Raikkonen e Alonso, rispettivamente ottavo e nono. Il finlandese dell'Alfa Romeo ha eguagliato il suo miglior risultato stagionale, ottenuto in Russia, mentre lo spagnolo dell'Alpine è riuscito a chiudere in zona punti un fine settimana difficile per il costruttore transalpino, che negli ultimi due appuntamenti non è stato molto competitivo.

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